Fase 2: per la riapertura serve dialogo sociale.
Il 6 aprile il Comune e l’Area Metropolitana di Bologna hanno istituito il Tavolo metropolitano per la sicurezza sui luoghi di lavoro, una prima esperienza del genere a livello nazionale, composto da numerosi soggetti: dai sindacati all’Università, dalle imprese alla Confederazione nazionale dell’artigianato (CNA).
Il Tavolo, che ha individuato 11 commissioni tecniche, dovrà affiancare la ripartenza delle imprese fornendo linee guida e buone pratiche per farlo in sicurezza.
Abbiamo deciso di istituire il tavolo metropolitano per la sicurezza sul lavoro perchè siamo convinti che la fase 2 non possa avvenire solo attraverso le autocertificazioni e perché questo porta ad avere aperture sulla base del silenzio assenso, senza garantire che i lavoratori siano sicuri.
Bisogna evitare il rischio di un rimbalzo di contagio da Covid. Non ci possiamo permettere aperture e chiusure a singhiozzo. Da questa situazione non se ne esce da soli, ma solo se lavoriamo coordinati tra municipalità, città metropolitane, Regioni e Stati.
Per questi motivi abbiamo proposto di estendere tale metodo di lavoro su tutto il territorio nazionale. Per noi non si può procedere solo attraverso i codici Ateco.
Ci sono aziende fuori dai codici, ma che hanno garanzie di sicurezza.
Ricordiamoci che, prima del coronavirus, c’erano 3 morti al giorno per motivi di lavoro. Ora la sicurezza è la condizione necessaria per la ripartenza.
Crediamo sia necessaria una cabina di regia nazionale. Per questo motivo le attività del Tavolo hanno previsto il coordinamento della Regione, anche le commissioni tecniche sono allineate.
Il dialogo sociale è uno strumento importante di questo territorio e lo deve essere anche per la ripartenza economica. Non possiamo permetterci conflittualità in questo momento. Per questo offriamo un metodo.
Tra i compiti del Tavolo anche la certificazione dei Piani Sicurezza delle aziende. Molte aziende stanno lavorando sul Documento di valutazione dei rischi (Dvr) e alcune hanno già trovato accordi coi sindacati per la riapertura. È più facile per le grandi imprese come Ducati e Marchesini, ma è più complesso per le ditte individuali.
Il lavoro del Tavolo serve a semplificare le procedure, soprattutto per le piccole imprese, mettendo a frutto anche gli accordi che emergono dal territorio. Il fatto che siano presenti soggetti che si occupano della sicurezza, come Inail e Asl, aiuta a proporre un vademecum su quello che bisogna fare. Semplificazione da un lato e validazione dall’altro.
Serve anche ai lavoratori per farli sentire il più possibile sicuri.
Rispetto agli altri tavoli e task force, è opportuno segnalare che al Tavolo ci occupiamo di amministrare la situazione di adesso e affrontare la sicurezza nel lavoro: lo facciamo con il dialogo e tenendo insieme le ragioni della salute e delle attività produttive.
Inoltre dobbiamo riprendere in mano il ruolo della politica.
Non possiamo abdicare al nostro ruolo di fare scelte. Non possiamo lasciare alle autocertificazioni le decisioni sulla politica industriale di un territorio.
Ringraziamo il lavoro fatto della Prefettura, ma rivendichiamo che scegliere la riapertura delle filiere produttive debba essere un compito della politica
Abbiamo individuato le prime quattro filiere che devono ripartire, come la manifattura, l’automotive, la meccanica, ma anche la logistica, che è fondamentale.
Se alcune imprese in Germania sono aperte e sono concorrenti delle nostre è chiaro che più stanno chiuse e più c’è il rischio che perdano quote di mercato.
Queste filiere sono più strutturali rispetto al nostro tessuto economico.
Le altre commissioni? Cerchiamo di capire come procedono le prime quattro, procediamo con gradualità.
Al link di seguito trovate la mia intervista completa a Francesco Mazzanti di InCronac@ – Testata del Master in Giornalismo – MaGiBo Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
credit @InCronaca
https://incronaca.unibo.it/archivio/2020/04/22/lombardo-per-la-riapertura-serve-dialogo-sociale
23 Aprile 2020