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Etica e digitale: il ruolo delle città

di Marco Lombardo


Qualche giorno fa, su invito della “Bottega delle idee”, ho partecipato ad un dialogo con il prof. Luciano Floridi, docente dell’Università di Oxford e prossimamente docente della nostra Università “Alma Mater”, e l’Europarlamentare Irene Tinagli che si è occupata, sia dal punto di vista professionale che politico, dei temi dell’economia digitale e del lavoro.

É stata l’occasione per me di raccontare la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano” (meglio nota come la Carta dei rider), il tavolo SmartBo per un uso corretto (e non distorto) del lavoro agile, la piattaforma di retraining dei lavoratori recentemente avviata in collaborazione con Confindustria che riguarderà nell’area metropolitana di Bologna, 54.000 lavoratori in 3 anni (tra cui le persone fragili di Insieme per il lavoro) ed il progetto di classe digitale che stiamo portando avanti con l’istituto Aldini Valeriani, Eon Reality e la Fondazione Corazza.

Sono tutti progetti-pilota, unici in Italia ed Europa, che fanno di Bologna un’avanguardia nella promozione della cultura del lavoro digitale.

Qualcuno può pensare che siano questioni di nicchia. Non è così. Come ha ricordato efficacemente il Prof. Floridi durante il nostro incontro, il “digitale non è la ciliegina della torta. E’ la torta”.
La pandemia ha accelerato un processo di transizione digitale che era già in atto da diversi anni: le misure di distanziamento fisico per allentare il rischio di contagio da COVID-19 hanno avuto una poderosa accelerazione a processi che erano già in corso. Indietro non si torna. Bisogna esserne consapevoli dei rischi e delle opportunità.
Dal dibattito emerso vorrei riportare questo invito alla politica che mi sembra molto utile anche in vista delle prossime elezioni amministrative.

La politica deve scegliere se essere guardiana di confini o essere esploratrice di nuovi spazi.

Vale tanto al livello nazionale per l’azione del nuovo Governo Draghi, quanto al livello locale, per il futuro della nostra Città e della nostra area metropolitana.

L’accesso alle competenze digitali è la sfida sul terreno dell’uguaglianza. Per garantire pari opportunità a tutti è necessario un forte investimento nella formazione digitale delle persone, con particolare riguardo alle persone più anziane.

La governance dei dati è la sfida sul terreno della democrazia. Il potere dipenderà sempre meno dalla detenzione dei mezzi di produzione e sempre più dal controllo dei mezzi di computazione dei dati.

Il mutualismo nelle piattaforme digitali è la sfida sul terreno dell’economia, se non vogliamo che gli algoritmi abbiano solo una funzione estrattiva di valore e dati, senza creare un vero legame con il territorio e la comunità civica.

In breve: il digitale non cambia solo la modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, ma impone un cambio del paradigma culturale nell’organizzazione del lavoro e dell’attività di impresa.
Questo deve valere non solo per il privato, ma anche per la pubblica amministrazione. Ed anche per la politica.

Bologna è la sede della più antica università del mondo. Con la nascita del Big Data Technopole, Bologna sarà tra le prime 5 città al mondo per attività di super-computing, snodo nevralgico della nuova Data Valley.

Sta a noi il compito di connettere università, centri di ricerca, imprese, terzo settore e istituzioni pubbliche per creare un’intelligenza collettiva in grado di disegnare un nuovo modello economico che abbia al centro la persona.

“Etica e digitale” sono le chiavi della città del futuro per costruire un’economia urbana, attrattiva di talenti ed attenta a non lasciare indietro nessuno.

 

 

14 Febbraio 2021

© Marco Lombardo 2016